19 Aprile 2024

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L’Aquila, verso le elezioni tra il passato e il presente

Ospitiamo una lunga riflessione del collega Emidio Di Carlo che prende spunto dalle prossime elezioni amministrative del capoluogo abruzzese di L'Aquila. Il racconto è come al solito condito da una serie di interessanti “mi sovvien…” che condensano veri e propri “amarcord” che solo chi conosce, vive e lavora a L'Aquila, riesce a comunicare ai lettori. Interessante racconto che vi proponiamo a un mese dal prossimo voto popolare e dall'esito delle urne.

Leggo l'informazione dai nuovi ‘giornalisti', sulla carta stampata o sulle emittenti ‘più o meno indipendenti'.
Fino a qualche settimana informavano che, a L'Aquila, il M5S metteva in campo un avvocato. Evviva!
Si poteva esclamare.
Fosse la volta buona!
Poi la gelata: Torna la ‘Mole Antonelliana'!
Immediata la riflessione.
Ma che c'azzeccano certa ‘Mole' con l'artefice di Mani Pulite?
Del resto non c'azzeccava nemmeno al tempo di un certo Giorgi da Pizzoli, o Jovannitti da Paganica, a quell'Ivo Iorio del Sindacato che di ‘certa sinistra' se ne intendevano.
Altro che i successivi affaristi che hanno accorpato comunismi e democraticismi, con finalità personali.
E di quel ‘prode', l'Accili da Acciano?
Lui si che era un ‘democratico' con i fiocchi; era anche ‘Cristiano', l'alter ego al tempo in cui il partito cominciava ad essere corroso da interessi ‘privati'?

A giugno si andrà a votare, ma ci sarà (finalmente!) una lista civica aquilana?
Tutto da vedere.
E delle ‘Stelle'?
Perché non brillano nelle notti aquilane?
Sarà forse vero quanto affermava l'antico Eroclito sulla ingordigia di certi politici correnti: “Gli uomini migliori preferiscono una sola cosa a tutte le altre: la gloria eterna rispetto alle cose mortali; i più invece pensano a saziarsi come bestie.”

Non ci resta che attendere! Anzi no!
Essere ballottati dal tifone. Si riuscirà ad essere immunizzati da certi ‘amici'” o magari da certi ‘confratelli' che hanno costruito il loro impero anche sulle rovine del ‘2009' e che hanno costretto al fuggi fuggi degli aquilani verso lontane residenze.

I candidati ora sono sulla scena.
Ognuno sul palcoscenico a recitare il proprio messaggio.
Ho a cuore un vecchio detto: “Non ti curar di lor ma guarda e passa”.
Questo sfugge a non considerare l'indesiderabile.
Pertanto, a L'Aquila, nel piazzale della Villa Comunale, con un Regione addormentata alle spalle, sono arrivato anch'io.
Ovviamente un intruso poiché non ero stato contattato e invitato da uno dei candidati alla poltrona di Sindaco.
Cosa mi aveva portato nella piazza?
Ho riflettuto ed ha capito che un nome mi aveva sollecitato: “Benedetto”.
Senza scomodare il filosofo (Croce), debbo dire che avevo appena inviata a Milano, al pittore Benedetto (Mario, per la cronaca), una lunga biografia storica di tutta la sua opera dalla nascita in Scilla all'avventura e successiva vita in Milano e nel Mondo.
In definitiva “(Di) Benedetto” giungeva in posa per il mio consueto (benché attuale) pennello visivo ‘d'artista'.

Mi sovvien…

C'era una volta il “Processo di Mani Pulite”.
Primeggiava un ‘attore' molisano trapiantato in Milano.
All'indomani del sisma del 2009, anche lui venne a L'Aquila.
Nel Piazzale della Meridiana, il Molisano (l'avv. Di Pietro), nei panni del politico, piantò una tenda per i suoi seguaci locali.
Uno dei presenti, si offrì di collaborare, gratuitamente, come giornalista e editore, per la stampa di un notiziario che collegasse la popolazione dispersa nelle diciassette tendopoli improvvisate dal Guido (Bertolaso) nella periferia della città; non senza prima aver riferito sul malcostume politico imperante nei precedenti decenni.
Venne stampato il primo “Numero”.
Fu, però, anche l'ultimo.
Il resto della storia lo lasciamo per un futuro capitolo.
Sempre, a Milano, qualche giorno prima della catastrofe aquilana, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo fondavano il M5S; era il 4 aprile del 2009.
Mamma mia, quante Stelle!
Le aveva accese San Lorenzo affinché i fedeli potessero vedere.
Purtroppo, ne mandò tante giù che, alla fine, a L'Aquila le “stelle” non arrivarono. si sono spente; anche tra una polemica e l'altra, nel Tempio che spettava alla Memoria.

A pensarci bene: “Valori” e “Stelle” non parlavano lo stesso linguaggio?

Mi sovvien…

L'Aquila, marzo 2005. Salone delle conferenze nel Regno dei ”Gesuiti”.
Un Gruppo di Amici della frazione di Sassa (con in testa uno ‘chef' di calibro ‘politico' (il Cannavacciuolo) chiamarono a L'Aquila Travaglio” (Marco) per una conferenza.
Il fustigatore del malcostume politico non si era fatto pregare.
L'intervento ebbe un grande “successone di pubblico”, soprattutto, giovanile.
Nella calca, c'era anche un sessantacinquenne.
Annotava l'elenco dei cocci della politica nazionale.
Riflettevano cocci locali.

Tema della conferenza: “Il regime moderno, postmoderno e postideologico”.
Venne tutto registrato.
Poi, la cassetta sbobinata.
Il contenuto riproposto in una nuova ‘testata', “NordOvest”, supplemento di “ az 60”, aprile 2005.
Nell'occhiello: ”La nuova testata giornalistica Aquilana, vuole dare voce al dimenticatoio delle frazioni nella città: Pettino, Coppito, Sassa, Preturo, Lucoli, Tornimparte, Barete, Scoppito, Pizzoli, Cagnano Amiterno, Arischia, Campotosto, Montereale, Capitignano”.
Al cospetto della “voce”, ancora presente, si può intuire chi ha politicamente copiato l'assunto.
Tutto l'intervento di Marco Travaglio fu ricco di protagonisti: Luttazzi, Mussolini, Pera, Casini, Berlusconi, Santoro, Biagi, Ferrara, Adornato, Bondi, Baget Bozzo, Maiolo, Guzzanti, Verga, Rossi, Ferrario, Fini, Marano, Vespa, Dell'Utri, Andreotti, Buttiglione, Catone, ecc..

Sulla scena, soprattutto, l'informazione, la RAI e collegati. “NordOvest” volle ricordare Indro Montanelli, Maestro anche del Travaglio, in prima pagina, pubblicando uno dei suoi commenti: “Oggi per instaurare un regime, non c'è più bisogno di una marcia su Roma, né di un incendio del Reichestag, né di golpe sul palazzo d'Inverno.
Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa; e fra essi, sovrana e irresistibile, la televisione”.

Marco Travaglio tornò a L'Aquila, il 23 maggio 2008, al Cinema Massimo, chiamato dal Circolo Arci Querencia, l'Associazione Libera, Site.IT, Udu, Uds per una nuova riflessione sull'etica della politica, a 16 anni di distanza dall'uccisione del magistrato Giovanni Falcone da parte della mafia. Analizzò nuovi fatti. Fece altre citazioni. Tirò fuori vecchi e nuovi personaggi. Nel 2009, Antonio Padellaro, dette vita a “Il Fatto Quotidiano”.
Nel 2015 ne passò la Direzione a Marco Travaglio.

Mi sovvien…

Paganica / L'Aquila. 1982. Nasce “Radio L'Aquila 1”.
Artefici: Mario Santavicca, Nicola Berardi e Gioacchino D'Annibale.
Quando il terremoto del 2009 generava distruzioni e la comunità era allo sbando, l'emittente radiofonica, era una ‘libera risorsa' per l'informazione, messa anche al servizio dell'inviato speciale del Governo Guido Bertolaso. “Radio L'Aquila 1” non ha mai subito tracolli nel tempo.
Uno dei suoi motti: “Compra Aquilano!”.
Purtroppo, sul piano politico, le ‘compere” dall'esterne hanno preso il sopravvento grazie ad infiltrazioni riecheggianti un lontano storico passato vinto da quell'orgoglioso condottiero Aquilano Camponeschi.

Mi sovvien…

Anno 2022. Da qualche settimana l'informazione televisiva (una volta locale), si presenta con i numeri arabi: 8, 10, 12 e, con numero romano, “uno”. Negli ultimi tempi il “12” era condivisa con l'uno (conosciuto come “TVuno”).
Sui tabelloni pubblicitari, distribuiti oggi nel ‘capoluogo', campeggia soltanto il grande numero: “12”.
È venuto meno il “TVuno”.
Brilla solo “Laqtv” di Luca Bergamotto.
Benvenuto, Direttore! Ora sei tra noi.
Chi fu fortunato di ricordare come me. può riflettere sugli auguri che il Direttore inviò nel Natale 1997.
Sul pieghevole, scrupolosamente ‘disegnata', c'era la bella Torre Civica del Palazzo Margherita.
Gioirono tutti nel Circolo Culturale Spazio Arte, in via Pavesi, dove Luca era un habituè alle inaugurazioni dei vari eventi culturali, autonomi e del non profit.

Mi sovvien…

Oggi Luca (con i complimenti dovuti) è anche Editore. Dà lavoro.
Ha creato occupazione a una “Dodici” (o forse più?) di persone. Bisogna dire che l'editore giunge da Paganica.
Forse non a caso.
Ripercorrendo l'albero genealogico degli illustri paganichesi si potrebbe anche scoprire un antefatto con la storica “Stamperia Aquila” (fu tra le prime in Italia) dove, con i caratteri mobili, si stampavano incunaboli.
Oggi il nuovo Direttore Editoriale può rivendicare un primato nell'informazione in Abruzzo avendo anche incluso il Molise. Paganica, allora, alla riscossa!
Con il suo digitale può anche mettere a tacere la questione del trasferimento della Corte d'Appello da L'Aquila a Pescara.
Può anche pacificare il suo ex deputato conterraneo che se n'è andato senza essere magari riuscito a realizzare il sogno di “Paganica: Comune autonomo” e non semplice Delegazione dell'Aquila.

Vediamo, a questo punto, di risolvere l'apparente rebus con i ‘numeri'.
Se i ‘numeri' hanno un peso: “12” + ex “uno” fa tredici.
Si dà il caso che nell'informazione digitale 10 + 8 (estrapolando da “Rete8”) fa “18”.
Ci riferiamo a chi fa un'informazione televisiva pressoché similare ha beneficio dell'Abruzzo e del Molise, dopo la riunificazione con il numero tredici.
Quanto al vincente nella gara numerica: “18” è più di “13”. “Rete8” supera “Laqtv” di ben cinque lunghezze.
Di fatto riecheggia il vecchio assetto della Regione: “Abruzzo e Molise”? Un avvertimento alla “Nuova Pescara”.
Deve fare i conti con…. la “nuova Paganica”.
Nell'intervistare rilasciata a David Filieri, in “Grandangolo”, (l'approfondimento su internet a beneficio del “Capoluogo”) Luca Bergamotto è apparso determinato con il nuovo progetto: “Conto, tra qualche tempo, di non ricoprire più l'incarico di direttore de LAQTV, perché ritengo che sia giusto interrompere, a un certo punto, tutte quelle sedimentazioni che un ruolo specifico e costante ti assegna”.
Ma come, è appena arrivato e già se ne vuole andare?

Mi sovvien…

“Numeri” permettendo, l'informazione, in generale, nel 2022 non è poi tanto diversa da quella del passato.
Il 18 gennaio 1980, Sul quotidiano romano “Il Tempo”, cronaca “Il Tempo dell'Aquila”, Gianfranco Colacito commentava: “[…] La pecca peggiore delle emittenti private, a nostro giudizio, è stata, e in molti casi, purtroppo, resta, il vezzo di voler imitare e scimmiottare la RAI.
Le annunciatrici debbono parlare come quelle della RAI.
Le inquadrature debbono essere come quelle della RAI.
Gli spettacoli debbono ricalcare quelli della RAI.
Gli spettacoli debbono ricalcare quelli della RAI, pur non avendone la minima possibilità; persistono il tono di voce degli speaker, secondo taluni, deve ricordare la RAI.
Sicché spesso si sentono parlare dei robot, e non delle persone.
Se imitare la RAI è la massima aspirazione, bisogna dire che qualcuno quasi ci riesce… dimenticando però di imitare anche i contenuti.
L'imitazione si approssima soltanto alle forme… esteriori. […].

Mi sovvien…

A proposito di scimmiottamenti!
Pardon, di informazione in “HD”.
Non c'è canale che non ricorra alla lettura della carta stampata.
In ognuno: attori-lettori.
I ‘giornalisti' dietro le quinte a suggerire l'opportuna recitazione per il padrone.

Con le nuove elezioni alle porte riecheggia, sul palcoscenico, un antico passo di Marco Travaglio: “[…]
Qualche mese fa la Rai ha operato una seconda censura: Ha comprato i diritti della commedia di Molière “Il medico per forza”, portato da Rossi nei teatri di tutta Italia ed a gennaio di quest'anno la trasmette verso l'una di notte.
L'ascolto è di circa un milione, cosa straordinaria a quell'ora.
Il direttore Ferrario ha, subito, intuito la ragione di cotanto successo: la commedia narra la storia di un ciarlatano che promette miracoli, dietro pagamento, ai suoi pazienti, ma non funziona mai nulla.
Ferrario ha intuito che questo ciarlatano ricordava qualcun altro che promette miracoli da 10 anni… […].

Mi sovvien…

Il 12 giugno 2022 si vota per il ‘rinnovo' dell'amministrazione Comunale e per il referendum sulla giustizia.
Per L'Aquila potrebbe essere una nuova data storica anche se… come scriveva un quarantenne della portata di Andrea Mucciolo: “Difficilmente in una pancia che è stata sempre piena si troverà spazio per nobili ideali”.

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