27 Luglio 2024
Cronaca Abruzzo

L’Aquila, Perdonanza 2023, Croce di Celestino a Gianni Letta

“J'accuse ”di Vittorio Sgarbi e “Croci” infinite
La notizia ha fatto il giro sui social: Il Lions Club L'Aquila ha assegnato all'on Gianni Letta la “Croce di Celestino”. La cerimonia: domenica 27 agosto 2023, all'Auditorium Renzo Piano.
La riflessione sulla “Croce (delizia) di legno”: può essere quella di un artista-boscaiolo scolpita durate la “transumanza”, sul bordo dello storico ‘Laghetto di Paganica', non molto lontano dal verdeggiante Monte Cristo nel Gran Sasso d'Italia?
Ovvero: potrebbe essere la “Croce nella ricostruzione”, portata da chi l'ha avuto addosso dopo il rovinoso accadimento del 2009?
Di certo la ‘stretta di mano”, già filmata in uno storico incontro nell''Hotel Panorama” può essere richiamata allorché la “Facciata della Basilica di Collemaggio” è stata oscurata.

L'Aquila, stretta di mano Emidio Di Carlo con Vittorio Sgarbi

“Croce” oltre le “Croci” di cui si può scrivere.
Sul palcoscenico ferve la teoria degli insiemi. La “Croce” è nella piena spiritualità-creativa; le “Croci” incalzano sui poveri uomini chiamati nelle storiche, ordinarie o straordinarie, pratiche politico-amministrative.
La “Croce di Celestino”, nel 2023, dopo 14 anni dalla nascita, “Premia”, il “personaggio che in ambito sociale e culturale ha contribuito a dare impulso e sostegno alla ricostruzione sociale e culturale della Città di L'Aquila”.

Spunta il nome di Gianni Letta, il giornalista e politico marsicano noto per i suoi trascorsi politici. Prima ancora il Direttore del quotidiano “Il Tempo”. Aveva ereditato la carica, alla morte del fondatore della testata nel 173, il ‘liberale' Massimo Renato Angiolillo.
L'on. le “Gianni Letta” (d'obbligo il titolo attribuito al parlamentare), nato in nel 1935, con trascorsi da giornalista, ha sommato una brillante carriera dai risvolti umani e politici.
È stato Segretario del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana nel 1994-1995, 2001- 2005 , 2008–2011.
Di “Croci”, con il sopraggiunto 6 aprile 2009, ne ha potuto accumulare e dovute risolvere molti; pur stando insieme al ‘Commissario” Bertolaso e al Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi. Bandendosi la sviolinatura, la sua regia non è molto conosciuta. Nel 2023 giunge però il riconoscimento: “La Croce di Celestino”.

Croce di Celestino V e Gianni Letta


Da un ‘cronista' (tra quelli che ormai spopolano e annunciano sui social) vengono ricordati i precedenti premiati: Riccardo Cocciante, Leonardo De Amicis, Paolo Fresu, Francesco Sabatini, Mario Narducci. Pertanto: “musica” nei primi tre; poi il filologo e lessicografo italiano, presidente onorario dell'Accademia della Crusca; infine un “Vaticanista”.
La “Croce”al povero cristo marsicano è, dunque, rimasta a lungo in un astuccio. Nel mentre, i festeggiamenti, dalla politica nella società civile sono andati crescendo. Tanto che, in alcuni famosi dipinti, un eccezionale “boscaiolo”, anche Premio Nobel per la letteratura (Dario Fo), nel 2011, mostrava quanto accadesse nella ricostruzione.
Al periodico,“abruzzoaz60”,inviava un DVD dal quale veniva estratto e pubblicato l'eccezionale dipinto sulla copertina, nel nr 3/2019. In uno dei cornicioni che apparivano, rimasti non frantumati dal sisma, era scritto: “La strage. L'Aquila urla di terrore per il ma qualcuno sghignazza e brinda, Ci chiamano la casta. Ma in che senso?
Forse nel senso della castità”. In occasione nella “Biennale” di Venezia, ”abruzzoaz60” diffondeva gratuitamente il nr. 8/2009 in cui documentava: “L'Aquila ante e post il 6 aprile 2009”.
Stante il costante interesse per il francobollo della rivista, il “numero speciale” sviluppava testi e immagini sulle emissioni “” e della “Città del Vaticano”, in particolare.
Nell'ultima pagina di copertina, campeggiava il manifesto del “Festival Internazionale della Filatelia Italia 2009”.

Francobolli Festival filatelia 2009


L'evento si teneva a , dal 21 al 25 ottobre, al Palazzo dei Congressi. All'ingresso: spiccava uno dei documenti riemersi dalle macerie aquilane, la cassetta postale.
Tra gli invitati speciali, il pubblicista aquilano, al tempo tesoriere dell'USFI (Unione Stampa Filatelica Italiana). Sulla rivista veniva riportata anche una lontana citazione di “Benedetto Croce”, dopo un precedente terremoto: “… quando c'è bisogno / non solo di intelligenza agile / e di spirito versatile / ma anche di volontà ferma / e di persistenza e di resistenza / io mi sono detto a voce alta: TU SEI ABRUZZESE”.

Si potrà dire che la rinascita ha oscurato le sciagure provocate dalla politica?

Chissà, se in un prossimo risveglio, non venga annunciata la “Croce di Celestino” a Renzo Piano!
L'architetto ha manifestato più di un'attenzione verso la città colpita dal sisma: ha regalato alla Città della Musica, nel suo Parco, un gioiello di architettura: l''Auditorium”. Da non dimenticare l'Amphisculpture creata e donata dalla Beverly Pepper sulle pendici del Parco del Sole sul fianco destro della Basilica. Oggi, pur palesandosi la necessaria manutenzione, la struttura lignea dell'architetto è in attesa di interventi. Nel mentre si costruisce e demolisce il palco che oscura la facciata della Basilica di Collemaggio nei giorni del “Perdono” trasformati in “Festa della Perdonanza”.
Quand'ecco che Sgarbi ci mette lo zampino e dice che la facciata di Collemaggio: non va oscurata da un momentaneo palcoscenico…. musicale.

L'Aquila, palcoscenico davanti a Collemaggio


Purtroppo… nel feudo che da Papa Celestino V transitò in quello di Margherita d'Austria, tornata in Italia cinque secoli fa, oggi comanda il Direttore d'orchestra, con musicisti che suonano per il popolo plaudente. Dopo i giorni del “Perdono” possono tornare i “canti” del Togliani o del Ranieri: “La musica è finita… gli amici se ne vanno… Restano, nell'aria, le note del grande Toto Cutugno: “Lasciatemi cantare / Con la chitarra in mano / Lasciatemi cantare / Sono un italiano vero”.
In altro tempo un pro-nipote raggiungeva il famoso artista trasferitosi da Castel di Sangro (Teofilo Patini) a L'Aquila. Avendo lucrato avuto la cittadinanza nella terra di Federico, può cantare: “Io sono… un Aquilano!”
Una canzone tira l'altra: “Ci incontrammo per fatal combinazion… Era il 2004. Dall'interno dell'Hotel Gran Duca degli Abruzzi” si poteva vedere il cavalcavia dell'ing. Emilio Tomassi. Oggi quel ponte, pur non crollato nel 2009, cambia stilista. Dentro l'albergo si parteggiava per il “Gatto delle Nevi” (Vito Taccone). Le elezioni bussavano alla porta. Il “felino” sognava di lasciare la bicicletta per salire sulla macchina del Governo. Nelle sale dell'albergo ci furono incontri e calorose strette di mano. Infine si compilò la lista per la Provincia all'insegna del “Vito Taccone Presidente”. Il felino, scalatore nel Monte Marsicano pensava alla vetta sul Gran Sasso. Purtroppo il suo sogno svanì. La bici è diventata un monumento, nella sua terra marsicana. Quanto al noto amico il tempo della nuova politica lo chiamerà a proteggere il patrimonio artistico nazionale.

Mike Bongiorno e Vito Taccone


Agosto 2023. Aumenta la pioggia delle “Croci”. Si riaccende la guerra tra Campli e L'Aquila. Il pretesto: la “Madonna del Latte” di Giacomo da Campli.
Sgarbi dice. “Perché deve stare nel MuNDA a L'Aquila?”.

C'è poi la “Croce” sfuggente: Che fine hanno fatto le opere nell'ex Palazzo municipale in Corso Vittorio Emanuele?
Vennero dattiloscritte per l'ufficio richiedente.
Prima erano su un taccuino, di quelli che il Marco (Travaglio) consultava nelle sue ordinarie affollate conferenze, interrotte da applausi scroscianti, anche a L'Aquila.
Benché bistratta da tempo, si passa all'eccezionale “incompiuta”, nel dopo sisma, a L'Aquila.
Nel Quartiere di Pettino, fa bella “mostra' il “Consorzio 201”, con le sue 17 Cooperative Edilizie. Si presenta un grande quartiere: parte abitato e parte svuotato nell'attesa che si compia un miracolo. Da decenni la politica del Palazzo Centrale è incredibilmente assente-presente. Tra una carta e l'altra, il “Consorzio” che si sarebbe dovuto sciogliere a lavori ultimati per ben due volte, (nella prima costruzione e dopo il sisma) non è uscito dal buio legale e amministrativo. Oltre al suo tempestoso passato se ne sono moltiplicano nuovi. Ogni dettaglio storico è già sul tavolo del Presidente (della Repubblica). Ben due le informazioni effettuate da un decano del giornalismo aquilano, anche socio in una Cooperativa nell'indivisibile “Consorzio 201”. Non è da escludere che il Presidente possa aver girato il problema ad un suo collaboratore. Ma al momento :il cambio nel governo centrale, le rappresentanze all'estero, la guerra in Ucraina, il cambio del Prefetto a L'Aquila, del Presidente del Tribunale, ecc… Per dovere di cronaca va detto che i responsabili del “Consorzio 201”, al termine della prima costruzione, dopo il sisma del 6 aprile 2009 e la ricostruzione (monca), con alterne motivazioni non hanno ritenuto di sciogliere il “Consorzio 201”. Di fatto, sulla totalità dei Soci pesa una spada di Damocle: contabilità nelle singole Cooperative e da quest'ultime nei confronti del Consorzio. Inoltre :alcuni Soci hanno ceduto e incassato il valore economico dell'immobile, ma con l'obbligo alla permanenza giuridica ed economica nei confronti del Consorzio. Le abitazioni ricostruite restano vuote.

L'Aquila case e cantieri terremoto


Il tempo continua scorre a vista nel quartiere di Pettino. Dieci anni or sono, in Via Svizzera 13, è stata alzata una ‘bandiera: è il gioiello edilizio della incompiuta costruzione post-sisma. Una nuova testimonianza di 'Arte Povera”?

Si può guardare e non toccare. Il traliccio ferroso può restare come banderuola. Col vento in poppa, i suoi stracci, senza più colori, si agitano, si moltiplicano, generano un monotono continuo fruscio. Non c'è la Venere a confortarli. “Immota Manet”, come vuole il logo dell'Aquila.
Una “Croce” tira l'altra. I Musei chiusi. La “Collezione Pellicciotti” non è più nei possedimenti del Palazzo. Venne richiesta e con sentenza giuridica fatta riconsegnata agli eredi, per inadempienze. La sorte della Tipografia, sorta nei primordi della stampa in Italia, nella frazione di Tempera, è ignota. Un'antica bottega artistico-artigianale è stata chiusa. Per anni è stata lo studio-lavoro di un artista, allievo nella storica Scuola d'Arte e Mestieri, poi Accademia delle Belle Arti. Quasi non bastasse: della “Collezione Tre Marie”?
È stata acquisita dalla CARISPAQ che ora non c'è più; essendo in altra banca del Nord Italia.
Oggi si chiede il riconoscimento della “Città della Cultura”: Per altri concerti musicali?

Nella proprietà comunale, resta la Casa Museo Signorini-Corsi. Che Dio la conservi tra Via Patini-Via Sallustio!
“Sgarbi” si tenga pure la “Croce” sulla facciata della Basilica di Collemaggio. Verrà oscurata da prossimi palcoscenici musicali?

Vi giungeranno altri Direttori d'orchestra con nuovi musicisti?

Un'ulteriore “Croce” è a portata di mano.
Dove sono finite le opere che figuravano sulle pareti degli ex uffici Comunali, in Corso Vittorio?

L'inventario, redatto dal 1965 al 1967, già manoscritto, venne lasciato dattiloscritto all'Amministrazione affidataria.
L'incaricato fu poi chiamato in Urbino, nella storica e prestigiosa Scuola del Libro dove si apprendevano le tecniche riproduttive (calcografia, serigrafia, litografia, ecc.).
Fu anche commissionato e pagato altro elenco. Sono trascorsi 58 anni e non si hanno notizia.
Il primo manoscritto è però restato nelle mani dell'estensore, è inscatolato nell'immobile attiguo a quello in cui sventola la bandiera del citato “Consorzio 201”.

“Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' / e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò”….
Sopraggiunge il canto di Lucio Dalla.
Tanto per dire che a Pescara aprono nuovi musei; a L'Aquila se ne chiudono.
Ora all'altro povero cristiano non restano le memorie con Restany, Argan, Bovi, Zeri, Daverio, Dorfles, , Ciarletta. …
Può dialogare con quant'altro offre la propria voluminosa biblioteca dove si contano enciclopedie, decine di cataloghi, libri storici, inviti (anche personalizzati) alle Biennali di Venezia, alle “Artifiera” di Bologna, Padova ecc..
Vi sono poi monografie, che il “Covid-19” ha moltiplicato e che corrono per l'Italia, l'Europa e… Qualcuna è completata e da stampare. Sarebbe opportuna la catalogazione.
Ma il tempo disponibile è verso il suo termine.
Resta il rammarico su una nuova stretta di mano.
Avremmo potuto berci sopra un caffè di quel marchio (“Illy”), ricercato nei bar lungo i boulevard di Parigi; magari anche con ‘marchio' diverso. Così da ricordare il tempo con Fontana (l'argentino); quando sedevamo sotto i Portici nel Bar Eden aquilano, dialogando sulle “Alternative” dell'Errico Crispolti.
Tuttavia, l'ultima fiammata critica, nei giorni del “Perdono Celestiniano” non poteva passare inosservata, meritava una calorosa nuova stretta di mano, sia pure attraverso la corrente creatività scientifico-creativa del web.

Sovvien…
Sul litorale in Terracina, fortuito fu l'incontro (tutto da raccontare) con l'on. le Aldo Moro. Ebbi il tempo per esternare ‘mali' nella società aquilana, dentro e fuori i partiti, nell'amministrazione della cultura di comodo. Seguivano inchieste e polemiche sulla stampa autonoma locale e regionale. Alcuni politici si attribuivano anche incarichi nelle strutture dipendenti (con multipli pagamenti). Ripensando all'incontro parve di leggere, nel sorriso dell'Uomo di Stato, che la strada attuata dall'allora “pubblicista” fosse quella giusta.

Stefano Pallotta e Enrico Carli


Post scriptum.
Sovvien…Il quotidiano “Il Tempo” riservava una pagina alla “Cronaca dell'Aquila”.
Il giornale era stato fondato dal citato ‘liberale' Massimo Renato Angiolillo (1901-1973), giornalista e poi politico. In una vertenza sindacale, nella tipografia romana le rotative non restarono ferme: l'editore compose e stampò il giornale lasciando liberi i collaboratori. In , a L'Aquila, la Redazione, era in Via Tre Marie.
Enrico Carli: il “Redattore Capo”; il Vice: Ennio Mari, che curava i “fuori sacco”, inviati con l'autobus della “Pacilli” a Roma dove, in Piazza Colonna, provvedeva al ritiro un fattorino che in motoretta correva verso la tipografia. Tra i giovani collaboratori “Bruves”, “Dic” e “Fr.Gianc” per la cronaca sportiva locale.

Il fatto.
In agosto la Redazione si svuota.
Anche il ‘Capo” va in Sardegna.
Prima della partenza informa “Dic”che avrà al suo fianco “Fr.Gianc” per la cronaca sportiva.
La città ospita una partita nel Mondiali di .
Purtroppo: il diavolo ci mette del suo.
Il collega non giunge in redazione. “Dic” telefona. Dalla cornetta ha la risposta, con foca voce: “Sto male!”. Nel mentre il telefono in Redazione squilla: bisogna trasmettere, con urgenza, gli articoli per la “Cronaca dell'Aquila” e per la pagina sportiva. Che fare?

Sovvien… Viene in aiuto l'amico Franco Hostiè (del rugby aquilano): dà la formazione delle squadre, il nome dell'arbitro, le ‘mete' e i “calci piazzati ecc… Tutto viene preziosamente appuntato da chi, del pallone (specie se ovale) sapeva anche poco: non frequentava stadi ma gallerie e musei dell'arte.
Il testo viene compilato e inviato a Roma. Non restava che attendere qualche brusco commento?

Invece… Il giorno successivo, venne raccontato del giorno precedente.
Il “Capo” apprese e deve aver riletto, incuriosito, gli articoli pubblicati, forse abbozzando qualche sorrisetto. Al rientro a L'Aquila al collaboratore venne offerto un possibile contratto con il giornale ma, doveva occuparsi della scoperta “Cronaca nera”.
Fermo restando, in un futuro, altro settore.
Per “Fr.Gianc” non ci furono problemi al rientro dopo il male.
Il giovane “Bruves”, da corrispondente “Rai Pescara”, andò a Roma dove, poi è giunto, con onore, ai gradini alti della “RAI”.
Quanto alla “cronaca” richiesta a “Dic”, il diavolo tornò in campo.
Il “primo giorno” ci fu il delitto in un'abitazione aquilana nei pressi di Piazza San Silvestro.
Precipitatosi sul posto, varcata la porta della camera da letto: “Orrore!”
Sul letto giaceva il corpo morto, insanguinato, di una donna. La “scientifica” dell'arma rilevò l'uccisione e 14 pugnalate. La scena turbò talmente l'animo del pubblicista che gli ci vollero settimane perché se ne potesse liberare.
Tuttavia, non potendo esentarsi dall'assunto impegno, continuò per alcuni giorni a scrivere commenti sull'accaduto. Infine: rinunciò all'incarico al mittente.

Emidio Di Carlo
Storico e Critico d'arte

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