Milano, francobollo ricordo cinquantenario morte di Sergio Ramelli
Le Poste Italiane, hanno emesso il 13 marzo 2025 il francobollo per ricordare il militante nel Fronte della Gioventù aggredito mezzo secolo fa e morto in seguito alle ferite subite.
Il dentellato è ispirato a un’opera di Daniele Dell’Orco, e in primo piano, su uno sfondo celeste a indicare il cielo, il volto in bianco e nero di Sergio Ramelli, scomparso all’età di diciotto anni nel 1975, fu una “vittima della tragica stagione di violenza e terrorismo che ha caratterizzato l’Italia durante gli anni Settanta”. In questo modo che il ministero delle Imprese e del made in Italy descrive il francobollo per il militante nel Fronte della gioventù aggredito a Milano il 13 marzo 1975 da oppositori politici; morì per le ferite subite il 29 aprile successivo. Era nato il 6 luglio 1956.
Disponibile da oggi, negli uffici postali italiani il francobollo in tariffa “B”: valore 1,25 euro, e che consente di inviare una cartolina o una lettera ordinaria entro il peso di venti grammi. Viene stampato in duecentomilaventicinque esemplari autoadesivi, si presenta in fogli da quarantacinque pezzi cadauno.
L’annullo primo giorno è allo spazio filatelia del capoluogo lombardo Milano, in via Cordusio 4.
Nell’annullo si legge “50° anniversario della scomparsa” con al centro il nome in stammpatello “Sergio Ramelli”. Completano le scritte “Giorno di emissione” il logo PT, la data (13.3.2025).
Oltre al francobollo è stato stampato il bollettino dove, a cura del giornalista Guido Giraudo, che ricorda quel 13 marzo 1975, si legge: “Fu bollato con il marchio di «fascista» solo per aver scritto un tema in cui biasimava gli omicidi delle Brigate rosse”, Fu così che “dovette subire un «processo popolare» nella sua scuola, indifeso dai professori e dal preside. Poi, ancora aggressioni che lo costrinsero a lasciare la scuola, senza che nessuno intervenisse. Ma non bastava, perché la sua foto fu trasmessa al «servizio d’ordine» di Avanguardia operaia. Così, il 13 marzo 1975, lo aggredirono in otto, sotto casa, sfondandogli il cranio a colpi di chiave inglese”.