19 Aprile 2024

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Pescara, Italia Nostra riflette sul futuro della Università

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Riceviamo un comunicato da parte del Direttivo della Sezione Italia Nostra “L. Gorgoni” – a proposito della vicenda legata agli spazi legati all'ubicazione di una sede universitaria. Di seguito le riflessioni espresse dal direttivo.

“Erano gli ultimi mesi del 2019 quando fu avanzata la proposta di spostare l'Università sulle aree dell'ex Mercato ortofrutticolo (COFA), da viale Pindaro alla Riviera Sud; il Rettore la motivò esplicitamente con la scarsità e inadeguatezza degli spazi attualmente disponibili e con la necessità di guardare alle prospettive di crescita, a partire dalla realizzazione di un auditorium da almeno 1200 posti, del Dipartimento dell'Adriatico, di una foresteria per gli ospiti, laboratori, nuove aule e una soluzione per la biblioteca sotterranea. A quell'ipotesi, un vasto schieramento si oppose, per non mettere in concorrenza una funzione vitale come quella degli Alti Studi in città con la possibilità di giocarsi quelle aree pregiate per il turismo, la cultura, la riconquista del litorale.
Con favore ed interesse, invece, si accolse il respiro strategico che il Rettore (sostenuto dall'Ente Locale) intendeva dare all'espansione dell'Ateneo, mai affrontata organicamente, frenata forse dal peccato originale con cui si realizzò la sede pescarese, nelle tre palazzine riadattate.
Si ritenne naturale che quella ampiezza di visione sarebbe poi stata applicata anche intorno a Viale Pindaro.
Infatti, qui il contesto era molto favorevole: ad Ovest una vasta distesa libera, subito oltre la ferrovia appena dismessa; a Nord l'area ex Gaslini (inizialmente unita all'area ALA, su cui sorge l'Ateneo) occupata da edifici diruti e, più oltre, la Caserma dei Vigili del Fuoco da tempo in sentore di trasferimento; ad Est, oltre viale Pindaro, la Caserma Di Cocco col suo parco ed, esteso fino a viale Marconi, il complesso commerciale per l'edilizia ”F.lli Di Bartolomeo”.
Oggi molte di quelle occasioni utili per l'Ateneo e per la città sono sfumate: le aree ex Gaslini sono state sfruttate con degli intensivi privati e nemmeno il fabbricato più prossimo all'Università è sfuggito alla sorte di diventare un supermercato; le aree retrostanti ad Ovest sono occupate dal Tribunale e da edifici privati, con riserva di una porzione per la biblioteca d'Ateneo (che si annuncia prossima alla costruzione). Nel frattempo hanno realizzato una mensa ed una piccola Casa dello Studente in via Benedetto Croce e se ne annuncia un'altra, per più di 5 milioni di costo, nell'ex ferrhotel su Corso Vittorio Emanuele II.
Insomma, ognuno vede come siamo di fronte ad interventi disorganici, legati a delle occasioni, mai conseguenti a piani, studi, programmi.
Un paio di anni fa sentimmo parlare di un “Polo della Conoscenza”, dentro il documento “Verso Pescara 2027”: un tentativo, discutibile, ma con un'insolita organicità, di ripensare l'intera zona Sud della città a partire anche dalla presenza dell'Università. Particolare rilievo si attribuiva alla direttrice Est che, attraverso le trasformate aree Di Bartolomeo, si spingeva fino a viale Pepe, con la possibilità (e l'enunciata volontà) di coinvolgere l'Ateneo nella riqualificazione degli impianti sportivi.
Insomma un fervore di prospettive; diverse anche come contesti spaziali, ma tutte tese a disegnare una importante fase di sviluppo dell'Università.
Oggi, invece, apriamo il giornale e leggiamo che l'area Di Bartolomeo (nei fatti la maggiore occasione residua per l'espansione dell'Ateneo) ha presentato il suo Comparto edilizio per le trasformazioni del caso.
L'Università è d'accordo e il Comune pure, leggiamo.
Ma di che si tratta?
Parlano di Campus, della soluzione di problemi logistici, ma dentro che c'è?
Stiamo alle descrizioni di stampa: c'è l'immancabile capannone commerciale di media dimensione (conforme alle recenti tendenze del mercato): il secondo, dopo quello nell'area ex Gaslini. C'è uno “studentato“: un palazzo di 8 piani per affittare stanze agli studenti; l'intervento è privato ma si assicurano prezzi modici. Più o meno delle camere d'affitto nei paraggi che verranno liberate?
Oltre a questo c'è il solito parcheggio e una nuova strada che servono al complesso, ma verranno ceduti al Comune con manutenzione a carico.
I programmi dell'Università sono questi?
Sottrarre un po' di reddito agli affittacamere per darlo a questa nuova società e avere una nuova strada e un nuovo market?
Ma quando finiranno le aree, ad una ad una sfilate alla possibilità di un riassetto qualificato del quartiere, l'Università dove si metterà?
Ha il piccolo terreno sul retro per la biblioteca, per fortuna; ha la promessa delle future aree dei Vigili del Fuoco. Basta.
Stupisce che alla città non si presenti una prospettiva di sviluppo dell'Ateneo, basata su numeri, tendenze ed anche su scelte localizzative nel medio – lungo periodo; eppure, tante sono le reciproche interferenze, benefici ed oneri tra città ed Università. Stupisce che gli insegnamenti e le ricerche di Urbanistica a tutto si applichino tranne che al contesto della “D'Annunzio” e che in questa occasione non vengano utilizzati, mentre vengono offerte a destra e a manca. Stupisce che il Comune possa essere soddisfatto di questa evoluzione delle cose. Stupisce (ed a questo non ci si deve rassegnare) che la partecipazione della società civile alle scelte urbanistiche importanti come questa sia così trascurata e difficile nella nostra città”.

Il Direttivo della sezione “L. Gorgoni” di Italia Nostra – Pescara

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