28 Marzo 2024

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Italia Nostra: “Salvare fabbricati Montecatini a Piano d’Orta”

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Con ordinanza numero 10 del 2 marzo 2021 il Sindaco di Bolognano rinnova l’ingiunzione all’attuale proprietà di demolire tutti i fabbricati del complesso ex Montecatini di Piano d’Orta. Diversamente motivata, rispetto alla precedente che era stata censurata dal TAR su ricorso della proprietà, l’attuazione dell’ordinanza comporterà la cancellazione di centoventi anni di storia di quello che fu uno dei principali centri industriali della vallata e un’eccellenza mondiale nello sviluppo della chimica industriale moderna.
A nulla valgono, quindi, le iniziative che da molti anni vedono cittadini, associazioni, studiosi sostenere la necessità di salvaguardare le tracce spaziali di quell’avventura produttiva, importante per la comunità locale e per la storia dell’industria e dell’agricoltura moderna.La qualità delle costruzioni è evidente: strutture in cemento armato intelaiate tra le prime in Italia, ambienti voltati, finiture in mattone e pietra locale, ampi rapporti tra volumi e spazi aperti.
Stupisce negativamente che la Soprintendenza ABAP non abbia colto questi valori, architettonici, storici e antropologici, preziosi per il nostro territorio; stupisce che la Regione, pur avendo in più riprese dichiarato di voler salvaguardare questo patrimonio, non abbia assunto alcuna iniziativa , né in autonomia né verso i Ministeri competenti, volta a salvaguardare il complesso di archeologia industriale insieme alle operazioni di bonifica; stupisce che il Sindaco (per la verità lasciato solo con un problema più grande delle possibilità comunali) non trovi di meglio che ordinare di nuovo un’indistinta e generale demolizione, invece di chiedere a gran voce alle istanze superiori la conservazione e valorizzazione di questa importante risorsa del suo territorio; infine, è davvero inaccettabile che lo Stato Italiano veda le testimonianze della nostra storia solo come un intralcio, piuttosto che come una componente importante del progetto di bonifica che siamo i primi a sollecitare.
Italia Nostra che ne è da anni la maggiore difesa, con documenti, istanze e manifestazioni in loco, torna a chiedere che insieme alla bonifica del sito si progetti la salvaguardia delle principali strutture esistenti, in vista di un grande progetto di riuso, legato alla valorizzazione della Maiella, del suo bacino minerario, delle sue risorse naturali e paesistiche, della sua collana di centri storici.
Le questioni poste dall’Ordinanza rasentano il ridicolo: non solo è del tutto evidente che le strutture esistenti abbisognino di provvedimenti di restauro statico; ma questo è proprio l’intervento che l’Associazione propone per i maggiori fabbricati non fatiscenti: sarebbe strano il contrario e cioè che strutture con 120 anni di anzianità si presentassero del tutto integre. Anche se tanto male non devono presentarsi, dato che il capannone industriale (appartenente al complesso originario), riconvertito negli ultimi decenni a Supermercato non desta timori e non è oggetto dell’Ordinanza di demolizione. Basterà una mano di vernice fresca a scongiurare il pericolo?
Italia Nostra torna a chiedere con forza a Comune, Regione, Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura di salvare questa importante testimonianza di archeologia industriale insieme alla già troppo attesa bonifica dei siti inquinati.

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