2 Maggio 2024

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Brescia, mostra Lorenzo Mattotti: Storie, ritmi, movimenti

Vogliamo segnalare che nelle sale del Museo di Santa Giulia nella città di , è in corso fino al 28 gennaio 2024, la mostra di Lorenzo Mattotti, dal nome di Storie, ritmi, movimenti.

Riportiamo di seguito un estratto del testo nel catalogo della mostra.
“Come mai i personaggi che disegna Lorenzo Mattotti volano?
Come fanno a librarsi nell'aria privi di peso?
Com'è possibile che volteggino, da soli o in coppia, nello spazio libero della tavola, del foglio, del manifesto o del riquadro?
E perché sospesi per aria danzano, ballano o recitano?
È possibile perché Mattotti non disegna, bensì colora. Anche quando usa il bianco e il nero – e spesso raffigura foreste intricate, visi con ghigni, labirinti profondi – colora. O meglio, dipinge, anche con una sola matita. Davanti alle sue tavole, che siano destinate ad annunciare un festival, un'esposizione, un film, un evento o altro ancora, si è presi dalla vertigine del movimento, dal frullio delle figure, dalla loro postura fluttuante, che è quella di chi è destinato a restare eternamente sospeso in una dimensione altra. La dimensione è sempre “altra”, anche quando le figure sembrano appartenere a qualcosa che è estremamente vicino e prossimo, fosse anche solo il rovescio del foglio, dove ora le stiamo ammirando. L'altro è lì dietro. I fogli di Lorenzo Mattotti hanno sempre un verso da cui sono uscite le figure che adesso si trovano qui, davanti a noi, per quanto poi s'immagini che possano anche sparire oltre la superficie disegnata. Non c'è un recto su cui poter inseguire con gli occhi le sue figure, poiché dopo aver volteggiato in alto o in basso, non importa come, tutto torna da dove era venuto. Forse Lorenzo Mattotti possiede la chiave per far transitare le sue figure da una dimensione all'altra? Figure? Piuttosto agglomerati di forme che diventano gambe, braccia, tronchi, teste, visi o nasi. Forme, perché si tratta di configurazioni oppure conformazioni dove possiamo leggere la realtà dei corpi che si allungano come liane in un intrico di arti e mani, o che afferrano lo spazio come se fosse qualcosa di solido a portata di dita e di braccia, mentre tutto è mutevole, fluente, scorrevole e persino liquido. Il colore è il liquido in cui queste forme galleggiano. L'arte di Mattotti non è quella del levigato, quanto piuttosto quella del ripiegato, dello spiegato, dello stirato, di forme che si distendono e a tratti si agglutinano saldandosi le une alle altre, così che appaiono figure umane, ma anche superfici dentro spazi che le contengono mentre sembrano fuggire da sé. Non spazi da incubi – sì, a volte persino quelli –, bensì spazi di sogni sognati due volte, come storie già raccontate di cui si conosce il finale, anche se non è stato ancora disegnato”.

estratto del testo nel catalogo (ed. SKIRA) della mostra Lorenzo Mattotti. Storie, ritmi, movimenti a cura di Melania Gazzotti

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