29 Marzo 2024

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Abruzzo, case popolari. Liris: “prima gli onesti”

“È una proposta di impatto politico e amministrativo. ‘Prima gli italiani’ e’ uno slogan utile a rimpire le pagine dei media, non consentito neppure dalla costituzione. In questo caso, direi ‘prima agli onesti'”.

Cosi’ l’assessore regionale al bilancio e al personale Guido Liris, di Fratelli d’Italia, nel presentare insieme al governatore, Marco Marsilio, anch’egli di Fdi, la proposta di legge che modifica i criteri di assegnazione delle case popolari. Marsilio aveva invece sottolineato lo slogan leghista ‘prima gli italiani’.

“Si tratta – spiega ancora Liris – di una rivoluzione di civiltà che potrà mettere ordine alle esigenze di giustizia che arrivano dai nostri concittadini e cambierà completamente i criteri di accesso con pari diritti per tutti e l’onestà come requisito prioritario”.

Sono molte le novita’: il provvedimento introduce maggiore equità e controlli più efficaci e puntuali in ordine al rispetto dei requisiti di accesso all’alloggio popolare e garantisce pari diritti per tutti. Come già avviene per i cittadini italiani, anche gli stranieri dovranno dimostrare il possesso delle condizioni economiche, reddituali e patrimoniali.

La legge propone un inasprimento delle cause di esclusione e di decadenza dal beneficio per chi si macchia di reati di vario genere, tra cui quelli contro la PA, l’amministrazione della giustizia, l’ordine pubblico, il patrimonio e la persona. L’attuale limite di condanna, superiore a cinque anni di reclusione per l’assegnazione della casa popolare, viene abbassato a tre anni. Tolleranza zero per chi si rende responsabile di allacci abusivi alle utenze domestiche.

“Nessuna casa popolare per chi offende la nazione e le sue istituzioni quindi viene escluso o decade chi si macchia del reato di vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate – continua l’assessore.

La legge introduce la decadenza dall’assegnazione dell’alloggio per gli autori di delitti di violenza domestica, mantenendo però il diritto di abitazione per i conviventi e per combattere la dispersione scolastica e garantire la formazione culturale dei giovani, inserisce tra le cause di decadenza dal beneficio coloro che abbiano riportato denunce per inosservanza dell’obbligo scolastico per i figli minori.

L’iscrizione ai bandi viene aperta anche ai coniugi separati o divorziati, i quali, seppur nominalmente titolari di case di proprietà, non possono usufruirne in quanto assegnate dalla legge all’altro coniuge e si trovano pertanto in forte difficoltà economica e abitativa.

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