29 Marzo 2024

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Carapelle Calvisio, Lega: “100 migranti in paesino Abruzzo, ci opporremo”

Carapelle Calvisio

“Uno dei più piccoli e tranquilli comuni d'Italia”, , in provincia di L'Aquila, 84 abitanti, “sta per essere invaso da oltre 100 migranti, in piena emergenza Covid-19, per il periodo di sorveglianza sanitaria, la cosiddetta quarantena”.
Lo denuncia il coordinatore abruzzese della , il deputato aquilano Luigi D'Eramo, “circostanza intollerabile che la Lega combatterà con tutte le sue forze, in ogni sede”. Secondo quanto riferito da D'Eramo, i migranti “stanno per essere ospitati in una struttura messa a disposizione dalla ‘Caritas dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne Onlus'”. “Si tratterebbe del primo esperimento italiano di eliminazione identitaria. Il piccolo Comune ha i fondi appena sufficienti per i servizi essenziali, non ha risorse per garantire i servizi di sicurezza urbana: ha solo un dipendente e un ragioniere che appartiene ad altro Comune. Non ha nemmeno un'unità di Polizia municipale. Un aumento di popolazione di oltre il 110%, caso unico in Italia, determinerebbe una situazione insostenibile”.
Una vicenda che “conferma la scellerata politica adottata da questo Governo in tema di accoglienza: basti vedere l'aumento esponenziale degli sbarchi e l'assurdo progetto di regolarizzazione di massa”. Lo dichiara il coordinatore della Lega Abruzzo, il deputato aquilano Luigi D'Eramo, nel denunciare il caso dei 100 migranti da sottoporre in quarantena, in arrivo a Carapelle Calvisio (L'Aquila). “Nel piccolo paese dell'Aquilano – continua D'Eramo – si cancellerebbe in un colpo solo l'identità di una comunità, si stravolgerebbe una quotidianità secolare, si minerebbero tranquillità e sicurezza, con possibili, quasi certe, gravi ripercussioni”. Per D'Eramo sussistono anche rischi legati all'epidemia Covid-19: “Si sperimenta, in modo assurdo la possibilità di contagio. Oggi il paese è esente da casi. Il primo ospedale disponibile è quello dell'Aquila, a 30 km. E' assolutamente incomprensibile il motivo per cui una simile situazione debba essere oggetto di una sorta di esperimento sulla pelle degli anziani”.
“Noi – conclude D'Eramo – non resteremo con le mani in mano.
Siamo pronti a fare della vicenda un caso nazionale, opponendoci in tutti i modi all'assurdità di un modello che non si preoccupa di distruggere uno dei borghi più belli e preziosi d'Italia, calpestando una comunità silente, operosa e tranquilla con un innesto forzoso e pericoloso”.

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