Abruzzo, nuovo calendario venatorio 2019 2020
Dopo la sospensiva presentato un nuovo Calendario venatorio per la stagione 2019/2020
Il WWF: “Errare è umano, perseverare… Sulla caccia la Regione sfida il TAR”.
Domani il passaggio in VINCA, senza rispettare i termini di legge. Tempi ristrettissimi per
presentare osservazioni. Si continua nei fatti a demandare la gestione alla magistratura
Una decisa volontà di insistere nell’errore, sia pure apportando qualche correttivo, con l’obiettivo
evidente di accontentare quella parte del mondo venatorio interessata solo a premere il grilletto:
questa l’impressione che si ricava osservando le scelte della Regione Abruzzo in tema di caccia.
Gli uffici regionali preposti avevano presentato infatti un calendario che non teneva in alcun conto le
osservazioni presentate dal WWF e, quel che è peggio, ignorava in buona parte le indicazioni di
ISPRA e le stesse sentenze emesse dal TAR negli scorsi anni, a seguito dei continui ricorsi che il
WWF e il mondo ambientalista sono stati costretti a presentare.
Ebbene, a seguito del ricorso al TAR del WWF e della LNDC, anche quest’anno il calendario è stato
sospeso, in attesa della discussione in Camera di Consiglio fissata per il 25 settembre: l’attività
venatoria è quindi ferma, su disposizione del tribunale amministrativo fino alla data della
discussione.
La Regione Abruzzo, per tutta risposta, il 5 settembre, ha emanato una seconda proposta di
calendario, sottoponendola alla procedura di VINCA e costringendo i nostri attivisti a rincorrere le
scadenze per poter presentare le osservazioni. Per inciso: il WWF Abruzzo ha comunque presentato
questa mattina osservazioni in critica alla nuova versione.
Una procedura, quella scelta dalla Regione, a nostro avviso non corretta e comunque non rispettosa
del ruolo della magistratura e penalizzante anche per gli stessi cacciatori, almeno per quelli che
condizionano la loro passione al rispetto della natura e delle leggi. Il testo rinnovato è di fatto
condizionato da una futura sentenza del TAR, che deve essere ancora espressa: vengono accolte
infatti molte delle indicazioni ISPRA ignorate nella prima versione, ma poi si introducono
“allargamenti”, ad esempio nei periodi di caccia consentita, da definire in base all’esito della
discussione del TAR.
Non si procede autonomamente con le indicazioni tecniche, ma ci si riserva di farlo solo a seguito di
una pronuncia del giudice amministrativo: sarebbe stato più logico confrontarsi prima con tutti i
portatori di interesse, non solo con il mondo venatorio, ed evitare l’ennesima battaglia giudiziaria.
Che ovviamente non finirà qui: la nuova versione parte già con i crismi della illegittimità non
rispettando, ad esempio, i tempi previsti per consentire osservazioni e permettere a tutti i portatori di
interesse di partecipare al procedimento della VINCA: sarebbe necessario far decorrere 30 giorni e
invece la pubblicazione è del 5 settembre e la discussione del 12!
Attenderemo quindi la pronuncia del Comitato regionale sulla VINCA, ma gli avvocati del WWF
sono stati già allertati per eventuali successivi ricorsi. Un vero peccato che la Regione ci costringa a
simili scelte spendendo denaro dei cittadini tutti (e non solo dei cacciatori) per difendere scelte
bocciate dalla magistratura ormai in decine di sentenze che, stagione dopo stagione, si cerca di
ignorare.
Entrando, invece, nel merito delle questioni più faunistiche, è palese che per un paio di specie, il
Merlo e la Tortora, l’attività venatoria, se la proposta di calendario verrà confermata, inizierà di fatto
prima del 25 settembre, data di discussione del ricorso fino alla quale il giudice aveva sospeso ogni
attività. Coturnice e Allodola potrebbero tornare a essere cacciabili, mentre la caccia a Pavoncella e
Moriglione è già prevista in difformità con quanto richiesto espressamente dal Ministero
dell’Ambiente con la nota n. 16169 del 9 luglio 2019. Anche l’area contigua, in caso di bocciatura
del ricorso, tornerà a scomparire dalla regolamentazione dell’attività venatoria della Regione
Abruzzo, consentendo di fatto la caccia anche ai non residenti, in contrasto con quanto chiaramente
afferma la Legge quadro sulle aree protette (Legge n. 394/91).
Sono tanti insomma i passaggi discutibili dell’iniziativa della Regione, che di fatto creano solo
confusione intorno a una materia, quale quella dell’attività venatoria già di per sé abbastanza
conflittuale.
Comprendiamo che la giunta regionale insediatasi a ridosso dell’approvazione del nuovo calendario
si trovi ad affrontare anche i ritardi e le inadempienze delle giunte precedenti (manca da tanti anni il
piano faunistico venatorio, mancano i monitoraggio e i censimenti, non è mai stato istituito
l’Osservatorio faunistico) e come WWF ribadiamo la nostra disponibilità a instaurare un confronto a
tutto campo sulla gestione faunistica regionale che non si limiti alla gestione venatoria.